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mercoledì 23 gennaio 2013

sì, ci sono.

sì, ci sono. ci siamo. siamo sopravvissuti al terremoto, due scosse, più forti di tutte le altre di quei maledetti giorni, che ci hanno stravolta la vita. erano il 20 ed il 29 maggio 2012. alla prima delle due, erano le 4 di notte, siamo scappati, tenendo tra le braccia la nostra bimba, giù da quattro piani di scale che non sembravano finire più. alla seconda, io ero con la piccola. eravamo fuori, in un giardino, e per mezz'ora non ho saputo che ne era di mio marito e di mia sorella, entrambi al lavoro. però ho visto mia nonna di 90 anni barcollare mentre un lato della sua casa le si storceva addosso e lei strisciava via a quattro zampe sul selciato; ho visto mio nonno girare l’angolo, le lunghe maniche della sua bella camicia bianca segnate da un rivolo di sangue mentre un muro gli graffiava maleducato un braccio. vedo tutto chiaro ma non sento i suoni, come se non riuscissi a riunire tutto in un unico file audio-video. dall’altra parte ci sono i muri che tremano in un boato cupo e minacciosissimo, a lungo; c’è mia figlia che urla mamma; c’è qualcuno lì intorno che piange e tira su col naso. sono lì, da qualche parte. come se fossero tutte le tessere di un mosaico che il mio cervello ha terrore di comporre, o come se lo facesse per salvarmi. non so. per fortuna i miei cari sono ancora tutti qui. noi invece, baby ed io, siamo in esilio forzato, la nostra casa impraticabile benchè senza danni, perchè nessuno di noi osa riportare nostra figlia lassù. abbiamo preso un appartamento a 70 km da casa: mio marito se ne fa tutti i giorni 160 per il lavoro. noi siamo stanchissime, giochiamo ma non sappiamo più cosa inventarci, niente asilo perchè l'hanno terminato solo a fine dicembre (sono anche stati bravi, era l'ultima cosa, le altre scuole avevano potuto riprendere già a settembre)... dicevo... niente asilo e niente casa. stiamo ristrutturandone una che avevamo presa... così a tutto (mutuo) si aggiunge anche l'affitto per questo appartamento. e soprattutto i tempi di un restauro che si allungano all’infinito, tra imprese di muratori che corrono da un cantiere all’altro, la neve che impedisce ai raffinatissimi intonaci antisismici (bah) di esser stesi se il grado di umidità non è quello riportato sul manuale, ecc ecc. ma va bene. va bene. noi ci siamo ancora tutti, e a distanza di otto mesi non dimentico che invece persone che conoscevo ci hanno lasciati. non dimentico il rumore sordo di mille muri attorno a te che tremano all'unisolo; non dimentico la terra che ondulava sotto i nostri piedi fino a sollevarsi di 12 centimetri; non dimentico che a seguito di quello degli sciacalli ci hanno anche offeso, rubandoci poche ma importanti cose che avrebbero almeno curato il nostro spirito. non dimenticherò mai più. ma ci sono. e i miei occhi hanno ancora voglia di una casa mia che sia un posto che mi protegga e non che mi porti via chi di più amato ho al mondo; ancora i miei libri, ancora le mie decorazioni di natale, ancora i vasi di rosmarino contro il muro d’inverno, ancora gli stampi dei miei dolci da portare qui, in mezzo a voi, alla comunità di persone che quel dramma non l'hanno inciso nell'anima e che mi porteranno a festeggiare, ancora ed ancora una volta in più… insieme a loro.