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venerdì 26 febbraio 2010

Itaca.





Oggi ho iniziato un viaggio, gravoso, impredeterminabile, tra mille brume e passi incespicanti... un viaggio che mi stanca e mi esalta, e del quale più avanti vi narrerò.
Mi pare uno di quei viaggi che durano una vita, con la méta che di volta in volta ti si avvicina e ti si allontana. Ed ogni volta che si avvicina... è quasi peggio.
Karen Blixen scriveva che gli dei, per punire gli uomini, ne esaudiscono i desideri. Ben triste destino ci è riservato. Ma nondimeno, non conosco nessuno che non abbia rimpianto l'essersi sottratto alle proprie moire... e quanto tenaci sono le sottili corde che ti riconducono, addomesticata o meno, al tuo repulso punto di partenza.
Per questo oggi, improvvisa dai fondi di caffè della memoria, è risorta Itaca.



Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantinos Kavafis


Bonne nuit, mesdames et messieurs.

venerdì 12 febbraio 2010

Odore.

c'è un odore che mi porto dietro da molti anni...
è l'odore del rosmarino che cresceva dietro casa dei miei nonni. in un angolo riparato dell'orto c'era questo maestoso cespuglio, dal tronco legnoso e contorto quasi fosse stato quello di un ulivo, e con rami fitti di aghi di un verde caparbio che si invitavano da soli verso il cielo... mio nonno ne prendeva due o tre, se li fregava tra le mani a campana, poi annusava e sorridente me li porgeva davanti al naso. era un odore intenso ed aromatico, che mi parlava di amore per le proprie fatiche, e del sorriso di un uomo che s'era chinato per cinquant'anni sulla terra, lavorandola sotto tutti i cieli dell'anno, e riuscendo ciononostante -anzi, a maggior ragione proprio per questo- ad amarla nelle sue sfumature ogni giorno di più. un mese nevicava, un altro non pioveva quando avrebbe dovuto, il terzo piombava famelica sulle colture un'arsura che cuoceva gli steli del granoturco. ma la dolcezza testarda di mio nonno ammaestrava tutto... riparava ove un raggio di sole cocente e sgarbato aveva guastato, riannodava paziente i legacci dove una folata rabbiosa di vento estivo aveva strappato il sostegno ai suoi amati pomodori.

questo è il profumo del rosmarino per me.
un profumo delicato e antico, gentile e caparbio... che ancora accarezzo con le mani, dietro casa, in quell'ostinato, antico, odoroso ripostiglio di ricordi.


Oggi.
sono incappata in questa ricetta sul sito inglese di mrs. nigella lawson. non la seguo, ma la so cuoca chiacchierata per i suoi lussuriosi (“decadent”, dicono credo gli inglesi) eccessi di grassi e proteine nei dolci. ho modificato la sua idea di base negli ingredienti (c'era burro) e nel procedimento; quello che cercavo era una grana più rustica e più vicina ai miei sentori ed ai miei nostalgici rimembramenti di rosmarino.

...devo proprio portargliene una fetta, a mio nonno...


INGREDIENTI

100g farina 00, 100g fecola di patate, 50g di semola di grano duro
150g di zucchero semolato più 1 cucchiaio
120ml olio di oliva delicato, ligure o del lago di garda
3 uova
mezza bustina di lievito vanigliato
1 mela renetta
1 rametto piccolo e 1 rametto più lungo di rosmarino
1 cucchiaino di zucchero semolato
zeste di un limone
1 cucchiaino di burro


Preriscaldare il forno a 170 ° C.
Sbucciare la mela e farla a tocchetti; disporla in una padella bassa con un cucchiaino di burro, un cucchiaino di zucchero e metà del rametto piccolo di rosmarino. Mettere a cuocere a fiamma bassa; quando i cubetti risultano morbidi e leggermente dorati porre a raffreddare.
Nel robot, frullare la mela insieme ai suoi aghi di rosmarino; aggiungere poi l'olio, i 150g di zucchero, le uova, la farina, le zeste di limone e il lievito in polvere. Miscelare sino ad ottenere un impasto liscio e corposo. Disporlo, livellandolo, in uno stampo da plumcake precedentemente imburrato ed infarinato. Cospargere la superficie con il restante cucchiaio di zucchero e poi appoggiare il rametto lungo di rosmarino al centro dello stampo, facendolo leggermente aderire al composto.
Infornare per circa 30-40 minuti, prestando attenzione alla doratura della superficie: facendo la prova dello stecchino, dovrà uscire pulito.
Risulterà un dolce intensamente profumato. Servirlo accompagnandolo con una crema inglese tiepida, velata di zeste di limone e aromatizzata con la seconda metà del rametto piccolo di rosmarino.



giovedì 4 febbraio 2010

L'inizio.


lo scriviamo tutti
probabilmente per tutti o quasi è vero: iniziamo per gioco...
per voglia di dire, per cercare qualcosa fuori da noi, per quella meravigliosa gioia del confrontarsi che ci rende unici e umani e insaziati, se non troviamo qualcosa al di fuori di noi...
dopo mesi che ho fermato questo blog e questo nome, oggi, L'inizio.
con una piccola cosa... che dedico alla mia inestimabile prima sostenitrice, anna, con incredulo affetto per la fiduciosa stima che, ancor prima di conoscermi, ha voluto riporre in questo virtuale foglio bianco.



Felicità

C'è un'ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato,
la felicità
è 'na piccola cosa.

Trilussa



... à bientot